La ripetuta esposizione alle notizie angoscianti
La ripetuta esposizione a notizie angoscianti può innescare reazioni di panico e portare a una maggiore vigilanza nei confronti delle potenziali minacce. I media, con i loro titoli sensazionalistici e le immagini scioccanti, possono attivare intense risposte emotive nel cervello umano. Ma quali sono le conseguenze psicologiche di questo fenomeno? E soprattutto, come possiamo proteggerci dal sovraccarico emotivo?
Quando le persone leggono o vedono notizie di disastri, violenze o altre tragedie, il loro cervello può reagire come se stesse vivendo la situazione di persona. Le aree cerebrali coinvolte nella paura e nello stress, come l’amigdala e la corteccia prefrontale, si attivano intensamente, scatenando reazioni fisiologiche simili a quelle sperimentate durante un pericolo reale. Questa immedesimazione provoca un aumento dello stress, dell’ansia e può persino favorire sintomi depressivi nel lungo periodo.
Le minacce su larga scala, come la paura di una guerra o il terrorismo, intensificano le percezioni di perdita in aree fondamentali come l’autoefficacia e il controllo sull’ambiente circostante. Quando una persona sente di non avere strumenti per affrontare la situazione, può sviluppare una sensazione di impotenza che amplifica il sovraccarico emotivo. Questo, a sua volta, riduce la capacità di mettere in atto strategie di coping adattive, ovvero quei meccanismi psicologici che ci aiutano a gestire lo stress.
L’influenza del tempo reale: somatizzazione, doomscrolling ed evitamento
Oggi le notizie ci raggiungono quasi in tempo reale. Ogni aggiornamento, ogni immagine, ogni video può innescare una nuova reazione emotiva, portando a una continua immedesimazione negli eventi tragici. Questo processo può anche portare alla somatizzazione, ovvero la manifestazione di sintomi fisici come tensione muscolare, mal di testa e disturbi del sonno.
Un fenomeno strettamente legato a questo processo è il doomscrolling, ovvero l’abitudine compulsiva di scorrere sul proprio smartphone le notizie negative, nel tentativo di avere il controllo sugli eventi. Paradossalmente, invece di ridurre l’ansia, questa pratica la amplifica, creando un circolo vizioso difficile da interrompere.
Dall’altro lato, esiste anche la tendenza opposta: l’evitamento delle informazioni negative, spesso associato al concetto di F.O.F.O. (Fear of Finding Out), ovvero la paura di venire a sapere qualcosa di angosciante. Questo meccanismo psicologico porta alcune persone ad evitare deliberatamente notizie che potrebbero turbarle, al fine di proteggere il proprio equilibrio emotivo. Tuttavia, questo evitamento può avere effetti negativi a lungo termine, poiché riduce la capacità di affrontare le difficoltà in maniera razionale e può portare a una percezione distorta della realtà.
Il peso delle notizie nella vita quotidiana
Numerosi studi hanno dimostrato che l’esposizione ai media può agire come un antecedente dei sintomi post-traumatici. Quando una persona interpreta una situazione come minacciosa, spesso sperimenta ansia che, a sua volta, può promuovere un bisogno di difendere sé stessi e gli altri. In alcuni casi, questo può persino attivare i meccanismi di attacco-fuga, portando a una maggiore irritabilità, difficoltà di concentrazione e disturbi del sonno, oppure a un senso di inefficacia che nei casi più gravi può sfociare in un vero e proprio stato depressivo.
Mi viene in mente a tal proposito Sarah, una paziente di 42 anni di origini libanesi ma residente in Italia da quando aveva 7 anni, ha iniziato a sperimentare ansia crescente dopo l’inizio della guerra sulla striscia di Gaza. Ogni mattina, ancora prima di alzarsi dal letto, controllava le notizie. Durante il giorno, il suo umore era costantemente influenzato dagli aggiornamenti negativi. Sentiva un forte senso di angoscia e impotenza, come se fosse lei stessa coinvolta nel conflitto. La sua qualità del sonno è peggiorata, ha iniziato a soffrire di tachicardia e si sentiva costantemente affaticata.
Ricordo anche un’altra mia paziente: Laura, una madre di 35 anni che ha vissuto un’esperienza simile durante la pandemia da covid-19. Ogni informazione sui contagi, sulle restrizioni e sui rischi per la salute dei suoi figli la gettava in un vortice di preoccupazione. Non riusciva più a godersi momenti di leggerezza e sviluppava pensieri ossessivi e rimugini su possibili scenari catastrofici.
Strategie per ridurre il sovraccarico emotivo
Per ridurre il sovraccarico emotivo legato all’eccessiva esposizione alle notizie, è fondamentale sviluppare un approccio più consapevole all’informazione. Un primo passo è limitare il tempo dedicato alla lettura delle notizie, stabilendo momenti precisi della giornata per informarsi ed evitando così il flusso continuo di aggiornamenti che alimentano ansia e stress. Selezionare fonti affidabili è altrettanto essenziale: il sensazionalismo può amplificare paure irrazionali e generare una costante sensazione di pericolo.
Oltre a regolare il consumo di informazioni, è importante imparare a gestire le proprie reazioni emotive con consapevolezza e distacco critico. Tecniche come la mindfulness e la respirazione consapevole aiutano a riconoscere e modulare le emozioni senza esserne sopraffatti. Inoltre, dedicarsi ad attività rigeneranti – come la lettura, il tempo trascorso all’aria aperta o lo sport – favorisce un migliore equilibrio emotivo e attenua gli effetti negativi dell’esposizione alle notizie.
Riconoscere i segnali di stress è un passaggio cruciale: sintomi come insonnia, irritabilità o un persistente senso di oppressione possono indicare la necessità di modificare le proprie abitudini informative. In alcuni casi, però, l’ansia provocata dal sovraccarico emotivo può sovrapporsi a vissuti traumatici pregressi, riattivando emozioni dolorose e intensificando il disagio. In queste situazioni, tra i trattamenti più efficaci vi è la terapia EMDR, che aiuta a desensibilizzare l’individuo dall’esperienza traumatica e a rielaborare le informazioni in modo più funzionale al proprio benessere. Se l’ansia diventa debilitante, rivolgersi a un professionista può offrire strumenti concreti per affrontare il problema e ritrovare maggiore tranquillità emotiva.
Viviamo in un’epoca in cui siamo costantemente bombardati da informazioni. Essere informati è importante, ma è altrettanto cruciale proteggere il nostro benessere psicologico. Il sovraccarico emotivo può avere conseguenze significative sulla nostra salute mentale e fisica, ma adottando strategie consapevoli possiamo ridurre l’impatto negativo delle notizie e mantenere un equilibrio emotivo più sano.