È come se tornassi lì, al momento in cui è successo

Le persone che hanno vissuto esperienze altamente stressanti spesso sperimentano la sensazione di rivivere l’evento così come allora, con la stessa carica emotiva e somatica dell’evento originale.

La differenza tra un’esperienza negativa e un’esperienza traumatica riguarda la modalità con cui il ricordo viene immagazzinato e successivamente riattivato. Nel primo caso si tratta di ricordare un evento che è percepito come appartenente al passato, sebbene la persona lo possa aver vissuto negativamente. Nel secondo caso la riattivazione del ricordo conduce all’emersione di sensazioni vivide, intense e profondamente dolorose, al punto che l’individuo può perdere momentaneamente il senso del tempo e dello spazio e sentirsi catapultato nella rivisitazione chiara del proprio passato. Ogni esperienza stressante può divenire potenzialmente traumatica. Sappiamo infatti che la causa dello stress post traumatico non riguarda la natura oggettiva dell’evento in sé, bensì la modalità con cui viene immagazzinato il ricordo, la quale può variare da individuo a individuo e da momento e momento. Proprio il modo con cui il cervello sotto stress immagazzina l’evento è l’aspetto fondamentale che differenzia il ricordare dal rivivere.

Ricordare VS Rivivere

Quando viviamo un’esperienza potenzialmente traumatica che tuttavia non supera la capacità del cervello di elaborarla, le informazioni somatiche, emotive e cognitive trovano terreno per poter essere codificate in modo adattivo e passare in magazzini della memoria integrati col resto del sistema mentale. Questi magazzini hanno sede in aree del cervello appartenenti alla neocorteccia e la loro peculiarità riguarda la capacità di rievocare un ricordo mantenendo al contempo il radicamento nel presente. Viceversa, quando lo stress dell’evento è troppo intenso può accadere che le informazioni rimangano bloccate in circuiti cerebrali più antichi, limitandone la capacità di elaborazione più funzionale. In tali casi i frammenti sensoriali ed emotivi bloccati non trovano spazio per passare in magazzini della memoria depotenziati di intensità sensoriale ed emotiva, producendo sintomi post-traumatici ogniqualvolta si presenti uno stimolo nell’ambiente simile per caratteristiche sensoriali e/o emotive. In sostanza si tratta di rivivere quell’esperienza così come allora.

Le neuroscienze del trauma

Esistono a oggi numerose ricerche neuroscientifiche che hanno indagato i meccanismi con cui l’EMDR attraverso la stimolazione oculare alternata (Eye Movement) desensibilizza e riprocessa (Desensitization and Reprocessing) il materiale traumatico. Questi studi hanno osservato che all’inizio del trattamento la sollecitazione del ricordo legato al trauma attiva aree più prettamente emotive, con poca capacità di regolazione corticale, mentre dopo il trattamento con EMDR si osserva un aumento di attivazione in aree corticali con funzioni cognitive. Questo cambiamento pare riflettere proprio quel passaggio di informazioni inizialmente di natura sensoriale, motoria ed emotiva verso una natura più adattiva, permettendo così un’integrazione con il resto dell’esperienza individuale e una drastica diminuzione della sintomatologia post-traumatica.

Dal rivivere al ricordare

Abbiamo visto come rivivere rappresenti un modo disfunzionale di riattivazione di un evento traumatico. Le persone che a seguito dell’esposizione a eventi fortemente stressanti sviluppano sintomi post-traumatici hanno la viva sensazione di sperimentare nuovamente l’evento non come qualcosa di collocabile nel proprio passato ma come qualcosa di intenso che si sta verificando proprio ora, nel presente. Un altro aspetto drammatico è la percezione di non avere controllo sul riemergere del proprio trauma e ciò può bloccare l’individuo in una spirale di sensazioni intollerabili che causano disagio in vari contesti di vita. Il passaggio dal rivivere al ricordare riguarda essenzialmente un processo di memoria, in cui il ricordo vivido per natura sensoriale ed emotiva diviene un ricordo autobiografico, meno vivido e in grado di integrarsi nella propria storia di vita.

Il trattamento con l’EMDR

L’EMDR permette una riscrittura dell’esperienza traumatica e il passaggio da magazzini di memoria somatici ed emotivi a magazzini corticali in cui il ricordo viene ri-codificato e integrato in circuiti adattivi. Questa capacità innata del cervello, che tuttavia può bloccarsi a causa dell’impatto stressante del trauma, può essere rimessa in moto attraverso un lavoro puntuale e focalizzato su cognizione, emozione e sensazioni corporee e mediato delle stimolazioni bilaterali alternate.

Riferimenti bibliografici

  • Kearney B.E. & Lanius R.A (2024), Why reliving is not remembering and the unique neurobiological representation of traumatic memory, Natural Mental Health.
  • Pagani M., Di Lorenzo G., Monaco L., Daverio A., Giannoudas I., La Porta P., Verardo A.R., Niolu C., Fernandez I., Siracusano A. (2025), Neurobiological response to EMDR therapy in clients with different psychological traumas, Frontiers in Psychology.